Luigi Accattoli |
Luigi Accattoli, il vaticanista autore (sul proprio blog) delle "storie di pandemia", rubrica dedicata alle persone che hanno sperimentato la degenza e la terapia intensiva dopo aver contratto il Covid-19, racconta i suoi giorni più sofferti: anche a lui è difatti toccata una personale "storia di pandemia", con 16 giorni di ricovero ospedaliero a seguito di grave polmonite da morbo. In quella occasione ha però potuto fare esperienza di ministro straodinario dell'Eucaristia a beneficio dei dei malati e ha raccontato l'analoga esperienza del giornalista e amico Alver Metalli che in Argentina «si è trovato, senza averlo mai fatto prima e con tutta
la prudenza e le esitazioni del caso, ad amministrare a una giovane
malata di tumore e di Covid, Noelia, l'eucaristia. Anzi, il viatico, "di
cui ha bisogno più ancora della morfina che le somministrano da un paio
di settimane». La storia restituisce tutta la trepidazione di un laico
consapevole del ministero davvero straordinario che compie;
l'impressione per la forza che in quella particolare circostanza le
parole del rito assumono, "quelle di cui l'anima ha bisogno»; l'emozione
per la disposizione d'animo con la quale Noelia «reclama» e poi
accoglie, sorridendo mentre si leva a fatica sul letto, l'alimento
spirituale atteso. «Avvicinandosi quel momento estremo, la sua stessa
prossimità ci aiuta ad accettarlo? Il mistero che ci ha chiamati
all'essere, ci ha dotati anche della capacità di scioglierci in pace
dall'abbraccio della vita?", si chiede in conclusione Metalli. Ma nel
suo racconto c'è già la risposta».